L’alibi della cultura

di Apostolos Apostolou. Scrittore e professore di filosofia.

La cultura è libertà, non è direttiva indottrinante concentrata sulle certezze e sulle norme. Non è massificazione e spersonalizzazione è giudizio critico, l’ affermazione dell’autonomia, risveglio. Secondo Aristotele la cultura è «άνωσις» cioè superiorità. Platone scriveva: “Lasciateci descrivere la cultura dei nostri uomini. Come deve quindi essere la cultura? Forse potremo difficilmente trovare qualcosa di meglio di quanto ha già scoperto l’esperienza del passato, la quale consiste, io credo, nella ginnastica, per il corpo, e nella musica per la mente.”


Nella nostra epoca Noam Chomsky sostiene:“Lo scopo della cultura liberale è quello di trasmettere il senso del valore delle cose che non fanno parte delle forme di dominio, contribuire a creare dei cittadini equilibrati di una comunità libera, e attraverso la combinazione di questa appartenenza alla comunità con la creatività individuale mettere gli uomini in condizione di conferire alla vitaumana quello splendore che, come un limitatonumero di persone hanno dimostrato, la vita può raggiungere.” E il mistico e maestro spirituale Osho con il profondo sospetto che aveva, dirà: “Tutti i nostri sistemi sociali e i programmi educativi si fondano su uno stratagemma estremamente astuto: evitano il cuore. Non portano al cuore, perché l’amore non viene insegnato in nessuna scuola, in nessuna facoltà universitaria. Al contrario, fate ogni sforzo per orientare tutta la vostra energia verso la testa, e restate confinati lì. Non sbocciate mai come un fiore. Tutti hanno un cuore, e di certo una giusta cultura sarebbe divisa in tre parti: cultura del corpo, perché il corpo possiede un proprio mistero. Cultura della mente, perché la mente ha una propria forza grandiosa per ciò che riguarda l’indagare negli oggetti. Ed cultura del cuore, per l’amore, che è completamente negata.”


La macchina lobotomizzatrice della nostra colonia penale che è la nostra terra, non vuole la cultura perché il dominio diventa un diritto assoluto, lo sfruttamento un contratto, l’ organizzazione un ordine di cose. Viviamo nella clessidra del nuovo Medioevo, il tempo scorre ma è la stessa sabbia che passa e ripassa da una sfera all’ altra sull quadrante ciclo lare degli orologi, ma il tempo si sgrana e non torna mai, cosi l’ cultura è un’ ironia delle forme. Il nuovo spirito dell’ educazione è una realtà morta, diventa la paccottiglia delle sue fantastiche umanistiche. La cultura conosce oggi una crisi che forse non ha precedenti e questo perché la società funziona come se il soggetto non esistesse.

Condividere è conoscere!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *